Un anno di lavori della Commissione, decine di audizioni, 5 mesi di consultazione e 14 mila accessi alla piattaforma online che ha raccolto le opinioni e i suggerimenti dei cittadini, ma alla fine la Carta dei Diritti sul Web ha visto la luce. Una necessità nata dal fatto che Internet ha contribuito in maniera decisiva a ridefinire spazio pubblico e privato. Presentato un paio di giorni fa a Roma, il documento contiene 14 articoli che stabiliscono alcune linee su temi delicati quali il copyright, l’accesso e il digital divide, la privacy, la libertà d’espressione, ma anche i diritti.
Perché i primi due articoli di questa Carta parlano proprio di diritti: l’articolo 1 ribadisce che anche sul web sono garantiti i diritti fondamentali dell’uomo, quelli riconosciuti dalla Dichiarazione Onu, dalla Costituzione e dalla Carta Europea, ossia il rispetto della dignità, della libertà, dell’uguaglianza e della diversità di ogni persona. L’articolo 2 sancisce un altro diritto, quello di accesso ad Internet a condizione paritarie e impegna quindi il pubblico ad intervenire contro il digital divide. Si ribadisce poi la neutralità della rete (i dati che si trasmettono e si ricevono dalla rete, non devono subire discriminazioni, in relazione al mittente, ricevente, tipo o contenuto dei dati, dispositivo utilizzato, applicazioni o, in generale, legittime scelte delle persone) e si parla anche della tutela dei dati personali: la Carta stabilisce che devono essere trattati rispettando i principi di necessità, finalità, pertinenza, proporzionalità. I dati possono essere raccolti e trattati solo con il consenso effettivamente informato della persona, consenso che è in via di principio revocabile. Inoltre, il consenso non è base legale per il trattamento, se c’è una sproporzione di poteri tra persona e titolare del trattamento. Ogni persona ha anche il diritto di conoscere le modalità di trattamento dei dati che la riguardano e gode del diritto all’oblio, ossia può ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso, non abbiano più rilevanza. Gli utenti hanno poi diritto ad usare gli strumenti che garantiscono l’anonimato, soprattutto per evitare censure e discriminazioni. Ma in casi particolari (come la necessità di difendere la dignità di altre persone), l’autorità giudiziaria può chiedere l’identificazione. C’è anche un altro diritto che viene riconosciuto alle persone: quello di acquisire le capacità per utilizzare Internet: “il diritto all’uso consapevole di Internet – dice infatti il testo -, è fondamentale perché possa essere concretamente garantito lo sviluppo di uguali possibilità di crescita individuale e collettiva”.