Come effettuare un’analisi del disco
Un consiglio che diamo a tutti i nostri clienti è quello di avere sempre Backup aggiornati. Disporre di un supporto di ripristino ad oggi significa tutelarsi nel caso di attacchi cryptolocker, ma anche proteggersi dal malfunzionamento del proprio disco HDD o SSD. La possibilità di un Hard Disk di rompersi è sicuramente più alta di quella di un SSD, sia per la differenza di materiali con cui sono composti, sia per il fatto che il primo è un piatto costituito da parti meccaniche sempre in movimento (a differenza del secondo che non ha parti che si muovono).
Per avere informazioni sul nostro disco possiamo affidarci ai dati S.M.A.R.T. (Self Monitoring Analysis and Reporting Technology), ossia dei dati che vengono costantemente aggiornati e memorizzati all’interno del disco in uso e che contengono molte informazioni sullo stato del disco rigido o solido. Questi dati per poter essere utilizzati devono essere letti da programmi specifici che, analizzando il disco, estraggono tutte le informazioni che ci servono.
I programmi che si possono utilizzare sono diversi. Tra questi: CrystalDiskInfo, HDD Health, HDDScan.
CrystalDiskInfo supporta sia gli HDD che gli SDD, ed oltre ad estrapolare i dati S.M.A.R.T. esprime anche un giudizio sul disco ed eventualmente mostra un messaggio di attenzione o di rischio nel caso il disco abbia dei problemi. Utilizza anche dei colori per segnalare le condizioni del disco: blu se va tutto bene, giallo significa “Attenzione” per gli HDD e cha manca il 10% di vita per gli SSD e rosso che c’è qualcosa di danneggiato gravemente.
Ogni produttore definisce i valori precisi per i proprio dischi, per cui questi non sono valori esatti. Non serve quindi allarmarsi immediatamente ma si può andare a verificare manualmente i parametri che mostrano l’errore. Di seguito il link che descrive tutti i parametri:
https://en.wikipedia.org/wiki/S.M.A.R.T.#Known_ATA_S.M.A.R.T._attributes
Nel caso degli HDD è possibile rilevare rumori meccanici o allarmi direttamente dal sistema, dei rallentamenti durante il trasferimento di file o la presenza di file danneggiati. In questo caso non è necessario analizzare i dati S.M.A.R.T. ma si può provare in primis ad avviare una pulizia completa (con ad esempio CCleaner e poi la rimozione a mano di programmi e cartelle vecchie e inutili), per poi tentare di recuperare i settori danneggiati con Chkdsk dal prompt dei comandi (aprire cmd come amministratore e lanciare il comando:
“ chkdsk c :/r “, o al posto di “ c “
mettere la lettera di un altro disco, poi premere S e programmare il test per il prossimo riavvio.
Ricordiamo che il CSG rimane a disposizione per qualsiasi tipo di intervento, anche per la pulizia del pc e la prevenzione del disco.